di Laura Prinzi Erano gocce, esili e corpose, smarrite e cedute da qualcosa che non poteva trattenerle. Forzo la mia memoria uditiva, ed ecco, il primo percepito del ritmo è lì, in quel delicato cadere, in quel ritmato battere, in quel dolce amaro perdersi. Da quel momento la musica è stata linfa, incanto, ma soprattutto trasporto verso l’altro, verso la bellezza di armonie che non possono essere se non
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