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Il piccolo principe – Abdou Mbacke Diouf

#LettureConcrete
Dentro di me porto tutti i miei volti passati come un albero i suoi cerchi. La loro somma sono “io”.
Lo specchio vede solo il mio ultimo volto, io sento tutti i miei precedenti.

 

Tomas Transtromer, I ricordi mi guardano, Iperborea, 2011 (Premio Nobel per la Letteratura 2011)
Quali sono state le tue prime letture?
Qual è il tuo libro importante della maturità?
Quali sono gli ultimi libri “belli” che hai letto e che vorresti consigliare ai nostri ascoltatori?
E infine: c’è una frase o una parola che porti con te?
Ogni mese, ad amici e conoscenti e a tutti coloro che vorranno, rivolgeremo queste quattro domande invitandoli a raccontarsi.
Ci scambieremo letture, storie, ricordi ed emozioni. Passioni e relazioni (di “carta” e non solo).

 

Questo mese Abdou Mbacke Diouf si racconta e ci racconta: Il piccolo principe di Saint-Exupéry
Il primissimo libro che ricordo di aver letto fu “Pinocchio”. Ricordo ancora il libro e i disegni che conteneva al suo interno. Un libro enorme, un regalo di mio padre. Io e mia sorella lo leggevamo per imparare l’italiano, eravamo arrivati solo da due anni in Italia..
I

l primissimo libro che ricordo di aver letto fu “Pinocchio”. Ricordo ancora il libro e i disegni che conteneva al suo interno. Un libro enorme, un regalo di mio padre. Io e mia sorella lo leggevamo per imparare l’italiano, eravamo arrivati solo da due anni in Italia. Poi, uno dopo l’altro sono arrivate le letture scolastiche. Gianni Rodari con “Bandiera”, la foglia che non ne voleva sapere di cadere. Poi tutte le sue poesie contro la guerra. Sono passati venti anni, ma ancora li ricordo con affetto e soprattutto nostalgia. Poi Marcovaldo di Italo Calvino, di cui mi è rimasto una parola che mi fa sorridere ogni volta che la sento. “Pietanziera”. Il contenitore dove Marcovaldo metteva il suo pranzo. Qualche anno dopo, sempre in classe, leggemmo un libro bellissimo “I ragazzi della Via Paal“, mi è rimasto dentro. Uno dei momenti più brutti di quei periodi fu la morte di Nemeseck, uno dei protagonisti del libro. Un altro libro che ricordo di aver letto anni fa fu “La fattoria degli animali” di Orwell, una frase mi è sempre rimasta dentro, ma l’ho capita realmente solo ora che sono più grande. “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.”

 

U

n libro semplice come “Il piccolo principe”. E proprio nella sua semplicità ho trovato tante risposte che in un età come quella della maturità si fatica a trovare.
“L’essenziale è invisibile agli occhi. Non si vede bene che col cuore.” Mi ha insegnato a guardare le cose in maniera diversa, con più punti di vista. Un libro bellissimo nella sua semplicità. Non sempre un libro dev’essere complicato per lasciare messaggi importanti al lettore.
E proprio dalla lettura del Piccolo Principe che prendo spunto per la prefazione del mio primo romanzo “E’ sempre estate”:

Sono distratto.
È l’unica cosa di cui sono certo. L’unico aggettivo che riesce a descrivermi perfettamente. E forse è la mia fortuna. O forse la mia sfortuna. La distrazione.
Da una parte gli appunti universitari che avevo appena iniziato a leggere, dall’altra un libro che lessi per la prima volta quindici anni fa. Mi sono distratto.
Un profondo respiro e sono già a metà libro.
Un sospiro e mi sono ritrovato all’ultima pagina.

Incredibile perché in 121 pagine ho trovato risposte che, probabilmente, non sono riuscito a trovare in migliaia di pagine di libri scolastici, in migliaia di appunti e in migliaia di ore di lezione.

Il piccolo principe.
È incredibile. Incredibile perché è scritto col linguaggio dei bambini.
Incredibile perché nonostante questo, da bambino non ho mai capito una sola frase di questo libro. Ero già distratto.
Incredibile perché in 121 pagine ho trovato risposte che, probabilmente, non sono riuscito a trovare in migliaia di pagine di libri scolastici, in migliaia di appunti e in migliaia di ore di lezione.
Sono distratto e molto probabilmente se non fosse stato per la dedica iniziale, che ha riacceso qualcosa dentro di me, avrei finito di leggere il libro, tra qualche giorno, tra qualche settimana, tra qualche mese.

Domando perdono ai bambini di aver dedicato questo libro a una persona grande. Ho una scusa seria: questa persona grande è il miglior amico che abbia al mondo. Ho una seconda scusa: questa persona può capire tutto anche i libri per bambini; e ne ho una terza: questa persona grande abita in Francia, ha fame, ha freddo e ha molto bisogno di essere consolata. E se tutte queste scuse non bastano, dedicherò questo libro al bambino che questa grande persona è stato. Tutti i grandi sono stati bambini una volta (ma pochi di essi se ne ricordano). Perciò correggo la mia dedica: a Leone Werth quando era bambino.

Quel qualcosa che ha risvegliato è il bambino dentro di noi che molto spesso ci dimentichiamo. Quel bambino che in ogni momento cerca di venire fuori prepotentemente, ma che puntualmente ignoriamo. Questa volta però è venuto fuori. L’ho lasciato venire fuori. Ed è bello quando ti emozioni. Quando ti emozioni per un libro per bambini.
Sono distratto, ma alle volte, le emozioni mi svegliano. Dentro.
E quando hai ancora la capacità di emozionarmi per le piccole cose significa che il bambino sognatore che sei stato è ancora vivo da qualche parte, dentro di te? Mi rivolgo a te Piccolo Principe.
È un bambino che non risponde alle domande, ma a qualcuna arrossisce. E quando arrossisce significa sì.
Questa volta però non si limita ad arrossire, risponde.

Sì, Ab! Il bambino sognatore che sei stato è ancora vivo da qualche parte dentro di te. Sei solo troppo distratto. Distratto dal mondo dei grandi. Quel mondo che ti dice che esistono grandi e bambini e che sono due categorie nettamente diverse. Quel mondo che ti dice che solo finché sei bambino puoi passare le giornate a fantasticare e a sognare, ma che da grande devi diventare cinico, il tempo per sognare e fantasticare devi sostituirlo col fare cose concrete: studiare cose che non ti interessano, fare lavori che non ti piacciono, passare il resto della tua vita in un posto solo perché ci sei nato.
Sei distratto dal mondo che ti dice di fare cose che non hai assolutamente voglia di fare. Il mondo dei grandi.
Sei distratto da un mondo dove i grandi hanno sempre ragione e i bambini hanno sempre torto. E se un bambino vuole avere ragione deve dare spiegazioni, perché i grandi non capiscono mai niente da soli. Sei distratto da un mondo fatto di spiegazioni da dare.

A nessun grande interessa sapere quali sono i tuoi sogni, i tuoi giochi preferiti, la tua storia, le tue paure. Ai grandi interessano solo i numeri. Quanti soldi hai. Quante macchine e soprattutto quali. Che vestiti hai nell’armadio. Il tuo aspetto fisico. L’essenziale no. Quello non te lo chiedono.

Sei distratto da un mondo dove l’essenziale non conta. A nessun grande interessa sapere quali sono i tuoi sogni, i tuoi giochi preferiti, la tua storia, le tue paure. Ai grandi interessano solo i numeri. Quanti soldi hai. Quante macchine e soprattutto quali. Che vestiti hai nell’armadio. Il tuo aspetto fisico. L’essenziale no. Quello non te lo chiedono. Ed è questo che ti distrae, Ab.
Sì, Ab! Il bambino sognatore, quello che passava giorni a fantasticare, quello che sei stato è ancora vivo dentro di te. Il bambino sereno, spensierato è dentro di te. Devi solo lasciarlo venire fuori, ma continui a essere distratto.
Sei distratto da un mondo dove bisogna apparire sempre felici anche quando non lo sei. I bambini o sono felici o non lo sono, non hanno bisogno di apparire. Una volta ho visto il Sole tramontare quarantatré volte! Sai, quando si è molto tristi si amano i tramonti. Tu, invece, quando sei molto triste che fai?

Sei distratto da un mondo che non si ferma mai a vedere un tramonto.
Da un mondo dove la tenerezza e la sensibilità vengono viste come una grave malattia. E quindi ogni grande cerca di mostrarsi il meno sensibile possibile. Come la mia rosa, la prima volta che l’ho conosciuta. Era così contraddittoria. Avrei dovuto giudicarla dagli atti e non dalle parole.
Invece, tu sei distratto da un mondo dove i grandi giudicano altri grandi dalle parole e non dagli atti. Siete così contraddittori voi grandi.
Sei distratto da un mondo dove non bisogna mai apparire fragili. Dove è meglio perdere una persona pur sapendo che è l’essere più importante della nostra vita. La mia rosa fece lo stesso con me, mi disse: «Hai deciso di partire e allora vattene!». Non voleva che la vedessi piangere. Voi grandi siete così, terribilmente orgogliosi.
Sì, Ab! Il bambino sognatore che sei stato è ancora vivo da qualche parte dentro di te. Sei solo troppo distratto. Distratto dal mondo dei grandi.
Da un mondo che esige da ogni grande quello che non è in grado di fare. Nel mondo dei bambini, invece, esigiamo da ciascuno quello che ciascuno può dare.
Sei distratto da un mondo dove giudicare gli altri è la priorità. Un mondo dove nessuno si ferma un attimo a giudicare se stesso. Un mondo dove si cerca di fare le cose più semplici, e giudicare gli altri è molto più facile che giudicare se stessi.
Sei distratto da un mondo dove tutti vogliono essere ammirati. Ammirati per quello che sono, alle volte, e per quello che non sono, spessissimo. Dimmi, Ab, io ti ammiro, ma tu che te ne fai?
Sei distratto da un mondo dove conta possedere. Possedere cose che si possono contare, numerare, collezionare, vedere, toccare e mostrare. Un mondo dove le cose che non si possono contare né numerare né collezionare né vedere né toccare né mostrare non hanno nessuna importanza. O ne hanno poca. Un mondo dove le emozioni passano in secondo piano. Sempre.
Sei distratto da un mondo dove nessuno addomestica nessuno. No, non è quello che pensi te, Ab. Addomesticare è qualcosa che voi grandi avete dimenticato. Significa creare legami. E nel mondo dei grandi non si creano più legami. Fatti addomesticare, Ab. Tu sarai unico per qualcuno e quel qualcuno sarà unico per te.
Sei distratto da un mondo dove nessuno si prende più l’impegno di rendere felice qualcuno, un mondo dove non esistono riti. Quelli che ti fanno preparare il cuore. Perché quando sai di essere importante per qualcuno, il tuo cuore palpiterà ogni volta che sai che lo incontrerai.
Sei distratto da un mondo fatto di giorni tutti uguali. Il mondo dei grandi.
Ab, il bambino sognatore che sei stato è sempre con te, sei solo distratto.

Sei distratto da un mondo dove si ha paura di creare legami perché si ha paura che finiscano. La mia volpe ha voluto che l’addomesticassi e io l’ho fatto, ma poi me ne dovetti andare. Pianse e io non capivo.

Sei distratto da un mondo dove si ha paura di creare legami perché si ha paura che finiscano. La mia volpe ha voluto che l’addomesticassi e io l’ho fatto, ma poi me ne dovetti andare. Pianse e io non capivo.

«Che ci hai guadagnato a farti addomesticare da me, se poi tanto ci saremmo dovuti separare?»
«Ci ho guadagnato il colore del grano», mi rispose. «Voi grandi ci guadagnate i bei momenti passati e tutto l’amore che c’è stato, ma siete troppo distratti per capirlo.»

Sei distratto da un mondo dove i grandi cercano, cercano, cercano, senza mai trovare quello che cercano. E come fate a trovare qualcosa se ogni volta che cercate volete scegliere tra mille possibilità? Tra cinquemila rose?
Sei distratto da un mondo dove ognuno, una volta ottenuto qualcosa, non le dà più nessuna importanza.
Non è così, Ab. Ognuno è responsabile dei legami che crea. E gli uomini questa verità l’hanno dimenticata.
Cercano legami poco duraturi, legami creati in pochi giorni. Invece no, Ab. È il tempo che hai perduto dietro a qualcosa che ha reso quella cosa così importante. Tu, alle volte, te ne dimentichi, ma il bambino dentro di te no. Lui non se lo dimentica. Quando ti accorgi di essere diventato troppo grande, di essere troppo distratto dal mondo dei grandi, concentrati bene, e ascolta il bambino che è dentro di te.
Quando guardi il mondo, lo osservi e non riesci a comprenderlo ricordati che non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.
Per tutto il tempo, non ho battuto ciglio né un movimento né un’interruzione. Ho lasciato parlare il piccolo principe.

«Adesso vado, Antoine mi sta cercando da 70 anni», aggiunse. «Aspetta!», un battito di ciglia.»
«Ogni volta che il mondo dei grandi mi distrae, ogni volta che mi perdo, ogni volta che mi dimentico della felicità, dell’essenziale, basterà che mi concentri sul bambino sognatore che è dentro di me?»

Il piccolo principe annuì.

«E potrò rivolgermi a te?»

Questa volta non rispose, il piccolo principe arrossì. E quando arrossisce significa sì.
Questa è la storia di chi, il mondo, lo vede da un’altra prospettiva.

…soprattutto è la storia di un mondo dove non fai in tempo a credere che i problemi della vita siano insormontabili che è già estate.

Di chi, ogni volta, deve spiegare le cose ai grandi. Perché bisogna sempre spiegare le cose ai grandi.
Di un mondo che solo chi è distratto può capire.
È la storia di chi ha capito che, in fondo, non possiamo tenere per sempre il mondo che abbiamo nel cuore solo per noi.
Ma soprattutto è la storia di un mondo dove non fai in tempo a credere che i problemi della vita siano insormontabili che è già estate.

 

I

n ordine cronologico, “La fine è il mio inizio” e “Un altro giro di giostra” di Tiziano Terzani, . E poi i libri di Khaled HosseiniMille splendidi Soli“, “Il cacciatore di aquiloni” e “E l’eco rispose“. E poi un libro “a caso” di Calvino. Con lui si va sul sicuro.

 

C

alvino, uno dei miei scrittori preferiti. La frase è tratta dalle sue lezioni americane.

“Prendete la vita con leggerezza, leggerezza che non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore.”
In una vita dove ogni giorno si accumulano macigni, non avere macigni sul cuore è una rarità. E ogni giorno me lo pongo come obiettivo.

 

 

 

Abdou Mbacke Diouf – #LettureConcrete – www.segniconcreti.org

 

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