di Claudia MaffeiSimona è ognuna
e ognuno di noi
nel momento in cui la vita presenta il conto,
è presente e passato,
continuità e rottura,
amore e amicizia,
è accettazione,
determinazione,
musica e parole.Grazie Radio Concreta per questo spazio pieno di respiri nuovi.
Claudia
Domenica 27 Gennaio
Simona ha una memoria di ferro. Simona non dimentica. Simona sa che quello che sta avvenendo in Libia è la ripetizione di quello che è avvenuto ad Auschwitz, per questo fà azioni concrete e non sta in silenzio. Anche quando, sul treno, si è alzata per chiedere con rispetto un trattamento più umano per una passeggera non in regola assolutamente pacifica e il capotreno le ha detto di non permettersi mai più. Non solo Simona dirà tutto quello che ha da dire di fronte a un’ingiustizia, sempre nel rispetto di chi ha di fronte, ma lo dirà a tutti i costi. Che lo sappia il capotreno, che lo sappia l’umanità tutta. Buona domenica, e che sia memoria tutti i giorni. #resistenza
Sabato 26 Gennaio
Aveva pianto 2 giorni consecutivi perché la vita le aveva messo davanti un bivio: o guardava al futuro o si girava di nuovo verso il passato. Mentre capiva chi era e chi voleva essere, Lorenzo guardò Simona e le disse: “Qual è il quadro che ti piace di più in assoluto?” “Il bacio allo di Klimt”, rispose lei senza esitare. “Ecco, allora ricordatelo: tu sei perfetta come quel quadro. Aggiungeresti niente a quel quadro? No. E come lui, tu sei perfetta così come sei”. Grazie ascoltatori concreti, è stato bello viaggiare insieme mentre Simona sceglieva di andare avanti.
Simona, rapita da una Napoli fantastica, vi augura buon sabato!
Venerdi 25 Gennaio
Con il tempo, Simona si era accorta che non poteva assolutamente stare zitta di fronte alle ingiustizie. “Sei come la tua nonna”, le aveva detto la zia un giorno. Non avrebbe potuto farle un complimento più grande. Non perdetevi una sola parola di questa canzone.
#Buenosdias#Buongiorno#Goodmorning#PensoDiverso#ColleDerFomento#RadioConcreta#SegniConcreti#Resistenza
Giovedì 24 Gennaio
Nel 2016 Simona aveva incontrato Anthony, un ragazzo nigeriano che era fuggito dagli attentati di Boko Haram. Era stato il suo modo di osservare in silenzio, di parlare a voce bassa per dire sempre cose piene di senso a conquistarla. In pochi mesi Anthony era diventato un fratello, uno di quelli ai quali si scrive per dire che gli si vuole bene, che si chiama per sapere come sta e anche per raccontare i momenti difficili. “Man no die, man no rotten.. sis” che voleva dire qualcosa tipo “Sorella, finché c’è vita c’è speranza”. Solo che quando te lo dice qualcuno come Anthony, sopravvissuto a un naufragio, tu ci credi davvero. Simona e Anthony si erano aiutati in tantissimi momenti, dandosi forza. “I’ll pray for you, sis” diceva lui, “A quella cosa del documento ci penso io, bro” diceva lei. E così erano passati i mesi, con lui che era tornato pelle ed ossa da un Paese europeo, lei che si vergognava e arrabbiava allo stesso tempo: “Perché non mi hai detto nulla? Perché non ti ho mai chiesto di dirmi come stavi davvero?”, che poi era ripartito e stava bene ed era tornato per dei documenti proprio quando erano successe le sparatorie. Il suo sguardo impaurito, Simona che gli camminava accanto proteggendolo: lui alto quasi 2 metri e lei poco più di 1.60. Fino a vederlo sorridere di nuovo “You are my sister from another mother. Tu sei mia sorella da un’altra mamma”. Fino a ricevere una foto: “Sis guarda che pischello, appena arrivato in Italia anni fa”. “Bro, che bell’uomo! Sono proprio felice che tu sia arrivato qui!”
Tutti i giorni, mentre camminava di luogo in luogo, Simona si chiedeva che mondo sarebbe senza migrazioni, senza diversità culturale. Sicuramente, si diceva, sarebbe stato un mondo senza Freddy Mercury. Un mondo molto più povero di musica, cuore ed energia!
#Buongiorno #Buenosdias #GoodMorning #RadioConcreta #SegniConcreti #RadioGaga #TheQueens #Migration
Mercoledì 23 Gennaio
Simona era attratta dalle grandi città, quelle dove si incontra ogni tipo di umanità. Esplorava ogni volto con la curiosità di chi vorrebbe conoscere i segreti intimi di ogni essere vivente. OGNI ESSERE UMANO. Dietro ogni persona vedeva la storia, la famiglia, l’educazione, le maestre, i maestri, i campi, la fatica, i sorrisi, le lotte, il sogno, la veglia, le lacrime, il talento. E tu cosa vedi dietro le persone che incontri per strada? Usi anche tu un prisma come i protagonisti di questo video. Ecco una coccola per te, alla tua anima, da me e Simona. #BuenosDias#Buongiorno#GoodMorning#RadioConcreta#SegniConcreti#AsafAvidan#DifferentPulses
Martedì 22 Gennaio
Simona è una di quelle persone che si perdono. In una città è praticamente impossibile che si orienti appena arrivata. Nemmeno l’avere tra le mani una mappa elementare, nemmeno l’avvento del GPS hanno potuto niente. Google maps? Ni. È così negata che l’80% delle volte deve comunque muovere almeno 5 passi che per capire se la direzione in cui sta andando è giusta, con l’ansia che il pallino blu mostri che, prevedibilmente, sta andando nella direzione sbagliata. È che invece del presente o del futuro, spesso prende come punto di riferimento il passato. Simona è una di quelle persone che si perdono dietro a un profumo, una parola, un sorriso, un paesaggio, un dettaglio, una luce speciale, una fotografia, l’eco di una frase, uno sguardo. Li rivive in maniera vivida, con le emozioni che portano. Guardala adesso: con la neve fuori, lei è in estate a un festival, poi due, poi dieci, forse venti. Quei corpi che ondeggiano, le mani che fluide si alzano sensuali a tempo di musica, mentre i fianchi assecondano il movimento. La libertà di un festival d’estate, le persone, la gente, la musica. Come quando andrò contro voglia a un festival elettronico in Andalusia, scettica e reticente, e poi fu l’ultima a venire via mentre Paul Kalkbrenner chiudeva il suo dj set con il tramonto più spettacolare che avesse mai visto.
Lunedì 21 Gennaio
Era il 6 novembre, giorno del suo compleanno, quando Simona entrò nello studio della sua psicoterapeura. Aveva con sé una piccola borsa nera comprata in un negozietto dell’usato a Vilnius, in Lituania; indossava un giaccone pesante perché il freddo era arrivato e con lui si erano presentate anche le paure e le insicurezze. La paura rischiava di fare terra bruciata e di nascondere la forza che Simona sapeva di avere in sé, nascosta forse sotto il giaccone che copriva la sua vera essenza, proteggendola. Ogni secondo della chiacchierata con la psicoterapeuta era stato un’epifania di cose che Simona già sapeva, che già conosceva, ma delle quali sembrava di essersi dimenticata. Quando non ci fu più nulla da dire, la psicoterapeuta si avvicinò alla sua scrivania, dietro la poltrona comoda e rassicurante, e con il sorriso di chi è orgoglioso di chi ha di fronte disse a Simona: “L’incontro di oggi te lo regalo io. Perché è il tuo compleanno e affinché tu ti ricordi che non solo devi dare ma che ti meriti anche di ricevere”.
A te che sei all’ascolto oggi regalo queste parole. Prenditi ciò che ti spetta, e fallo con amore come quando, invece, sei tu a dare agli altri ciò che gli spetta
https://youtu.be/xUNqsfFUwhY
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