di PierPaolo Manneschi
Nel ventennale della morte di Faber, torna alla memoria quanto non solo di poetico ma soprattutto di ciò che nel quadro della sua sensibilità dello scandagliare la realtà dell’uomo in tutte le sue manifestazioni emotive e non, ci ha lasciato.
Un filo rosso, poi, unisce de Andrè a Pier Paolo Pasolini, più stretto di quello che appare: è l’amore per quella classe popolare calpestata dal potere che, in quell’epoca di grande sviluppo economico e di arricchimento rapace del potere, veniva assoggettata attraverso l’uso dei corpi votati alla costruzione della futura società consumistica.
Da lì l’individuazione di quei temi in embrione che ai giorni nostri si sono resi evidenti: il consumismo, la standardizzazione dei comportamenti, l’appiattimento delle culture, la mancanza di capacità di relazione e di avere comportamenti collettivi e popolari, l’individualismo, il pensiero unico prevalente, l’oppressione, le paure e l’egoismo, la mancanza di umanità.
Sui corpi delle donne, da “Mamma Roma” a Bocca di rosa, nella loro rappresentazione culturale e sociale, si gioca una rivoluzione incompiuta come si evidenzia bene nei paesi arabi, dopo le varie “primavere”. Anticipazioni e visioni di un mondo che cambiava e che ancora non muta.
Evidenze di plastica di una società votata alla produzione e al consumo ove l’umanità conta sempre meno mentre la spocchiosa protervia del “Giudice” di Faber la fa da padrone e continua a replicarsi.
Tradizione al servizio dell’appiattimento consumistico di un prodotto chiamato essere umano che adesso viene usato, novità assoluta rispetto alle parole dei personaggi in questione, anche come tema di consenso politico.
Mentre poco importa se i corpi di quegli immigrati scompaiono nel mare, l’ importante è che il senso delle loro povere esistenze trasmigri attraverso le parole di qualche politico senza scrupoli sulle tavole degli italiani, all’ora di cena, ove su quelle tavole imbandite l’indifferenza faccia da padrone.
Tanto, pur sempre ci sarà un “capitano” a proteggerci da quei pescecani che vogliono fare a pezzi quello che rimane delle nostre vecchie tradizioni e delle paure ancestrali ed obsolete.
E nella domenica delle salme ci sarà un silenzio di una pace terrificante.
Per il ventennale della morte di Fabrizio De Andrè e a Pier Paolo Pasolini
Domenica 20 Gennaio
La domenica delle salme non ci siamo neanche accorti che tutto è cambiato.
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Sabato 19 Gennaio
La ballata dell’amore cieco
L’AMORE É LA NUVOLA PIÙ GRANDE
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Venerdi 18 Gennaio
Andrea
L’Italia non è e non mai stata un paese per giovani: dall’inventore dell’adolescenza l’imperatore Augusto ai ragazzi del 1899 non c’è mai stata pietà per i giovani di questo paese, sempre usati da coloro che avevano bisogno del loro sacrificio.
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Giovedì 17 Gennaio
Le Nuvole….Che cosa sono le nuvole?
Da “Capriccio all’italiana” di Pasolini:
Otello: “Ma qual è la verità? È quello che penso io de me o è quello che pensa la gente o è quello che pensa quello là lì dentro?”
Iago: “Cosa senti dentro di te? Concentrati bene… cosa senti eh?”
Otello: “Sì sì, si sente qualcosa che c’è!”
Iago: “è quella la verità…. Ma shhh, non bisogna nominarla, perché appena la nomini, non c’è più!”
LA PAURA NON È LA VERITÀ
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Che cosa sono le nuvole?
Da “Capriccio all’italiana” di Pasolini:
LA PAURA NON È LA VERITÀ
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Mercoledì 16 Gennaio
O Capitano mio capitano, dagli occhi turchini e giacca uguale, sono gli stessi occhi di quei bambini, gli stessi fiori rossi a crescere sul fondo del Sand Creek per ricordarsi di quanto riusciamo a essere uomini. Capitano, mio capitano. Generale, mio generale.
A tutti coloro che sognano sul fondo del mediterraneo.
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Martedì 15 Gennaio
UNA STORIA SBAGLIATA: Storie speciali, storie sbagliate, di chi arriva e di chi parte, di chi rimane, di quanti viaggi e di quanti paraggi, di quanti segni, di quante ombre dove la Storia con la S maiuscola imprime sui corpi alla ricerca di speranza ciò che viene creduto essere legalità. Ma la giustizia è un’altra cosa. Storie sbagliata per gente normale, storie normali per gente sbagliata.
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Lunedì 14 Gennaio
GLI ERETICI sono coloro che dissentono da una dottrina o da un pensiero comune condiviso dai più; portano turbamento nelle anime dei “fedeli”. A divergere rispetto ai dogmi del consumismo e del conformismo portiamo ad esempio Pasolini e De Andrè, uniti dall’aspra critica alla borghesia, pregna di ipocrisia, che non lascia spazio alla libertà di essere sé stessi, di essere fragili, di vivere i propri sentimenti. Borghesia che si percepisce come classe privilegiata, ma che é incapace di condividere i propri privilegi e impone invece strade definite a priori, inseguendo un benessere economico e sociale che negano la libertà di essere, di pensare e pensarsi diversamente.
Dal Vangelo secondo Matteo di Pasolini:
“Guai a voi, scribi e farisei, ipocriti!
Voi che pagate le leggi della menta, della finocchiella e del cumino
E trascurate le cose più gravi: la giustizia, la misericordia, la sincerità.
Queste cose bisognava fare e quelle non trascurare.
Guide cieche che filtrate il moscerino e inghiottite il cammello.
Guai a voi scribi e farisei ipocriti
Perché rassomigliate ai sepolcri imbiancati
I quali al di fuori appaiano splendidi
E dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni mondezza.
Così anche voi all’esterno apparite giusti, agli occhi degli uomini,
ma dentro siete colmi di ipocrisia e iniquità.”
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