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I tempi sono maturi per un esame di coscienza. Mi rivolgo al popolo della diaspora – qualsiasi – e a quello LGBTQI+, alle “minoranze” etniche, religiose, chiunque non sia conforme alla folta gamma di sistemi oppressivi su cui nostro malgrado si fonda questa società. Quanta genuinità c’è nel nostro performare ogni giorno – o quando possibile – la nostra identità? Il senso di appartenenza (o di non appartenenza), che a molti di noi colonialismo, capitalismo e patriarcato hanno contribuito a silenziare per gran parte della vita, negli ultimi tempi si è brandizzato al punto di assorbire buona parte della tossicità che dichiara di combattere. Come d’altra parte “l’attivismo” di cui ci guarniamo al muoverci nel mondo: chi tace è complice, certo, i privilegi che ovattano la vita di chi “non si interessa di politica” sono reali e ingiusti. Questo fa dei nostri principi di inclusività e utopie di liberazione il punto di arrivo della società che sogniamo di cambiare?
Viviamo e respiriamo precetti che hanno messo su un piedistallo la cultura “woke”, credendo che siano destinati a salvarci; scegliamo deliberatamente di farne da portavoci, ne parliamo sempre e con chiunque, mettiamo in mostra tutto quello che possiamo, e ciò che da piccoli ci faceva vergognare adesso ci riempie di orgoglio. Sono momenti di riconciliazione da onorare in ogni momento e forma, senza ombra di dubbio. Ci sono momenti però in cui sembra che anche queste celebrazioni, questo stato di costante allerta e difensività nei confronti di chi siamo, costituiscano un privilegio. Siamo tutti “woke” un po’ perché ci tocca, un po’ perché fa anche bene al nostro capitale sociale.
Se non esiste consumo etico di alcunché – prodotti, mezzi, ideali, emozioni, lotte, etc – nel capitalismo, non esiste neanche un solo punto di arrivo, nella performance quotidiana dei nostri valori. Nessuno escluso.
La settimana appena trascorsa verrà ricordata come una delle più disastrose, violente e cupe della storia dell’Italia. Viviamo in un pianeta dannato, i cui padroni fanno morire chi sta in basso letteralmente ogni giorno, ma vedere con i nostri occhi fa sempre più male. Il Mediterraneo è un cimitero tanto quanto, se non più, il letto del Polcevera, a Genova. “Progresso” e “civiltà” hanno le ore contate.
Domenica 19 agosto
Bad Bunny e Anuel AA omaggiano il maestro Hector El Father con un pezzo che è già leggenda! BRRR!
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Sabato 18 agosto
❣️
Venerdì 17 agosto
Omarito classic! Buon weekend
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Giovedì 16 agosto
Afrobeat 4 your soul
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Grazie Aretha Franklin!
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Mercoledì 15 agosto
Buon Ferragosto ai membri di tutte le diaspore, in Italia e nel mondo! Black & Brown Power per sempre ✊✊
Martedì 14 agosto
Tu eres fake, nunca has sido original Parola del conejito malo Bad Bunny e Arcangel
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Lunedì 13 agosto
Mentre aspettiamo “Aura”, il nuovo disco di Ozuna, un friendly reminder che “Única” è il pezzo dell’estate ♀️
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